Il Caso Grande | Donatella Cane

Il caso Grande - Virando
L’asilo di Viù, intitolato a Vincenzina Virando, ricorda un clamoroso caso giudiziario
1938 - 1951

Questo clamoroso caso giudiziario ha avuto come vittima Vincenzina Virando, giovane donna appartenente ad una famiglia originaria di Viù. La sua misteriosa morte a Bangkok rappresenta uno dei "misteri italiani" secondo lo scrittore Enzo Catania.
Scrive Enzo Catania: «Tra "i misteri" ormai inghiottiti dalla Storia ce n'è anche qualcuno che visse il suo decollo e il suo epilogo all'estero ma che poi cercò inutilmente in Italia la chiave per spiegarne trame e colpe. Nel Gotha della "grande nera" uno dei più noti è sicuramente il "caso Grande", che i cronisti dell'epoca etichettarono anche come "vicenda del diplomatico e della bella sposa"».

La vicenda inizia quando Ignazio Virando (Torino, 1867 - 1941), gioielliere torinese di famiglia originaria della Balma di Viù, sposò Carolina Remondini (Buenos Aires, 18 maggio 1892 - Torino, 26 gennaio 1971) ed ebbe due figli: Arnaldo (Torino, 1911 - 1989) e Vincenzina (Torino, 1913 - Bangkok, 1938).
Il 31 luglio 1938 Vincenzina, chiamata Nina dai familiari, sposò Ettore Grande (Villafranca Piemonte, 1903 - Pescara, 1992).
Il padre di Ettore, Stefano (Villafranca Piemonte, 1877 - 1966), professore negli istituti tecnici e nell'Istituto Superiore di magistero e libero docente di geografia nell'Università di Torino, fu tra i fondatori, nel 1919, del partito Popolare Italiano. Stefano Grande fu anche autore di numerosi e apprezzati manuali scolatici di storia e geografia e di importanti monografie su alcune regioni geografiche. In particolare, ci interessa la seconda edizione del 1930 di «Piemonte», nella Serie Geografica d'Italia, monografie regionali illustrate pubblicate sotto gli auspici della Reale Società Geografica Italiana: vi compare, infatti, una fotografia di una delle figlie di Luigi Valfré, proprietario di un rinomato caffè di Viù situato al piano terra del municipio, con l'abbigliamento festivo da Priora con cui serviva nel caffè del padre.
Ettore Grande, al momento del matrimonio con Vincenzina, ricopriva la carica di vice console alla Legazione italiana di Bangkok, in Siam, l'attuale Thailandia, dove si trasferì con la moglie.
Vincenzina fu trovata morta, in camera da letto, nel mattino del 23 novembre 1938, con numerose ferite da arma da fuoco alla testa. Omicidio, come sosteneva la famiglia, o suicidio, come sosteneva il marito?
Ettore Grande venne arrestato a Torino, il 7 aprile 1939.
Il primo processo, celebrato in Corte di Assise a Torino, l'11 aprile 1941 condannò il marito a ventiquattro anni di reclusione per omicidio. Ettore Grande fu poi assolto per insufficienza di prove dalla Corte di Assise di Novara (1946) e successivamente prosciolto con formula ampia, per non aver commesso il fatto, dalla Corte di Assise di Bologna (1951).
L'opinione pubblica si divise fra innocentisti e colpevolisti. Con la fine della seconda guerra mondiale, i giornali potevano occuparsi estesamente della vicenda, senza censure di regime, e il "caso Grande" rappresentò uno dei primi casi giudiziari del dopoguerra che destò una vasta eco mediatica.
I dibattimenti processuali erano vivacizzati dalle clamorose affermazioni degli avvocati della difesa e dei Virando; si assisteva a scontri fra periti medico-legali. Se Vincenzina si era suicidata, come sosteneva la difesa, come si spiegava la sua ferita alla nuca?
Ebbe un peso determinante per l'assoluzione di Grande, l'intervento del medico legale Pier Antonio Gagna (morto nel 1992) che avvalorò una ipotesi scientifica, al tempo nota come «teoria del dente dell'epistrofeo», che conciliava la ferita alla nuca con l'ipotesi del suicidio. La famiglia Virando fece seppellire nel cimitero di Viù il corpo di Vincenzina, sottoposto dal 1939 al 1951 a diciannove perizie mediche e balistiche. L'apertura della tomba dei Virando e la riesumazione del corpo di Vincenzina avvenivano con inusuale frequenza, tanto che rappresentavano una sorta di risorsa per i muratori locali incaricati dell'esecuzione, come ricorda Ignazio Guglielmino, al tempo giovane collaboratore del padre Natale, impresario edile.
Il fratello Arnaldo Virando mantenne i legami con Viù: fu presidente onorario della banda musicale, promotore e finanziatore di varie iniziative, tra cui la sala consigliare nell'edificio delle scuole e la strada per la Balma. In ricordo di Vincenzina, Arnaldo fece costruire l'asilo infantile, ancora oggi attivo, che porta il nome della sorella.
Nel 1985, la RAI produsse uno sceneggiato intitolato "Caso Ettore Grande" che metteva in scena, con scelta più che opinabile, il processo alla Corte di Assise di Novara, nel 1946, quando Grande era stato assolto per insufficienza di prove. A Viù, i più anziani che ricordavano bene la famiglia Virando, rimasero assai poco convinti dalla interpretazione della attrice che impersonava Carolina Remondini, la madre di Vincenzina.
Da notare che Grande era ancora vivo e si prodigò, inutilmente, per impedire la messa in onda dello sceneggiato: pare che i dirigenti della Rai, fossero convinti che Grande fosse morto già da alcuni anni, quando lo sceneggiato veniva mandato in onda! Dopo tredici anni di carcere, che avevano provocato profonde sofferenze nella sua famiglia, Grande aveva ripreso la carriera diplomatica. Morì a Pescara, alcuni mesi dopo la scomparsa del medico legale Pier Antonio Gagna che aveva contribuito alla sua assoluzione (La Repubblica, 17 ottobre 1992).
Ignazio Virando

Ignazio Virando (1867-1941), originario della Balma, commerciante di preziosi a Torino, nel ritratto conservato nella ex sala consiliare di Viù, fatta realizzare dal figlio Arnaldo in ricordo del padre.

Vincenzina Virando, figlia di Ignazio.

Vincenzina Virando, figlia di Ignazio.

abbigliamento festivo

Illustrazione di «Piemonte» di Stefano Grande. La ragazza con l'abbigliamento festivo usato dalle Priore era una delle figlie di Luigi Valfré proprietario di un rinomato caffè di Viù, al piano terra del municipio, in cui negli anni '30 del Novecento, dove le figlie e le altre cameriere servivano così vestite.

Arnaldo Virando, Presidente onorario del Corpo Bandistico Musicale di Viù, alla festa di Santa Cecilia (1976).

Arnaldo Virando, Presidente onorario del Corpo Bandistico Musicale di Viù, alla festa di Santa Cecilia (1976).

Rotocalco

Rotocalco con la foto del matrimonio di Vincenzina Virando ed Ettore Grande.

Rotocalco

Rotocalco con la foto del matrimonio di Vincenzina Virando ed Ettore Grande.

Rotocalco
Asilo Vincenzina Virando
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